Beau Lotto, neuroscienziato statunitense, nel recente libro dal titolo "Percezioni. Come il cervello costruisce il mondo" ripercorre l'evoluzione del nostro apparato sensoriale, invitando il lettore a partecipare a una seria di esperimenti percettivi dall'esito sorprendete.
"La realtà è una semplice illusione, sebbene molto persistente" sosteneva Albert Einstein. L'illusione chiama in causa il dubbio, l'incertezza, il tentennamento. Il realista grida al complotto, all'inganno, e rifugge il divario tra ciò che sembra e ciò che è, affannandosi nella spasmodica ricerca di una via di fuga, un appiglio cerebrale che possa garantirgli di non ricadere nel medesimo inspiegabile tranello. L'idealista visionario, al contrario, si abbandona al gioco della sorte, gongolandosi in tale dilettevole abbaglio e scorgendo nella distorsione della realtà un privilegiata porta d'accesso alla fantasia.
Quanta realtà vi può essere in un'illusione e quanto un'illusione può essere reale? Naturalmente non ci riferiamo all'illusione nella sua accezione più ampia, nel senso di falsa speranza, ma guardiamo all'illusione come a fenomeno strettamente fisico di falsata percezione della realtà. Il tema dell'illusione così intesa, pone al centro del dibattito un interrogativo che per secoli ha agitato le menti dei più grandi filosofi della storia dell'umanità, da Platone a Schopenhauer, coinvolgendo anche artisti e letterati, che dell'illusione hanno fatto il loro manifesto di poetica.
Vediamo realmente ciò che è fuori di noi? Ciò che i nostri occhi vedono corrisponde realmente ad un mondo oggettivo che vive oltre e al di là del nostro sguardo? Quanto i nostri sensi filtrano tale rapporto con il mondo? Quanto, di ciò che vediamo, è vero, reale, esistente? Quanto, invece, è falsato, illusorio?
TED Talks, ideas worth spreading
Per dare risposta a queste domande, il neuroscienziato statunitense Beau Lotto ha di recente pubblicato un libro dal titolo Percezioni (2017). Beau Lotto lavora presso l'University Collage di Londra e svolge le sue ricerche tra Stati Uniti e Gran Bretagna. Il suo "marchio di fabbrica" è l'originalità: autore di installazione artistica alla Science Museum di Londra, usata come palcoscenico d'osservazione dei comportamenti, fu anche il primo a confirmare la prima ricerca pubblicata in una rivista accademica scritta da un bambino della scuola primaria. Originalità, dunque, e sorprendenti doti comunicative che hanno fatto di lui un apprezzato divulgatore scientifico e un popolare speaker ai Ted Talks, conferenze che hanno come tema ideas worth spreading ("idee che val la pena di diffondere"). Proprio durante uno dei suoi TED Talks, Lotto sottopone il pubblico ad una serie di illusioni visive che hanno a che fare con il mondo dei colori: lo stesso colore posto su sfondi diversi verrà percepito allo stesso modo? Con la medesima curiosità e arguzia d'ingegno, in Percezioni Lotto ripercorre l'evoluzione del nostro apparato sensoriale, ne scandaglia modalità e possibilità percettive, lo sottopone a dure prove di resistenza perché ciò che vuole rendere evidente, senza mai abbandonare l'oggettività delle neuroscienze, è che il nostro sguardo è innanzitutto illusione: noi non vediamo ciò che è, non vediamo la realtà e la spiegazione risiede nella nostra evoluzione, di cui il cervello altro non è che il prodotto manifesto.
Non esiste una "percezione pura" slegata da tutto il resto; l'informazione che riceviamo dai nostri occhi e dai nostri sensi, l'informazione sensoriale, è di per sé priva di significato. E allora come facciamo a vedere e dare un significato al mondo che ci circonda?
"Prima dei cervelli non c'erano colori o suoni nell'universo, né c'erano sapori o aromi e probabilmente poco senso e nessuna sensazione o emozione", sosteneva Roger Sperry, neuroscienziato statunitense, premio Nobel per la medicina nel 1981. Parafrasando un noto dilemma, ci si potrebbe chiedere se sia nata prima la realtà o il cervello. La risposta all'eterno enigma è come al solito al di fuori della strada tracciata: il nostro cervello non si è evoluto per guardare la realtà ma per fare altro.
"Di fatto, in termini di pura e semplice quantità di connessioni neurali, solamente il dieci per cento delle informazione che il nostro cervello utilizza per vedere deriva dagli occhi, il resto proviene da altre regioni del cervello ed è proprio quell'altro novanta per cento ciò di cui tratta principalmente questo libro". Lotto, dunque, usa l'illusione per svelare i meccanismi di percezione della realtà, una percezione che è innanzitutto percezione "contestuale", poiché il significato attribuito al medesimo stimolo sensoriale è il frutto di un'interconnessione di informazioni che vengono dal contesto.
Costruiamo il mondo che ci circonda non per fedeltà, ma per utilità, e il nostro cervello si è evoluto in questa direzione. La spiegazione è molto semplice, la deduzione apparire approssimativa, ma cela una verità profonda: il fine del nostro sguardo non è la visione; non vediamo per vedere, ma vediamo per comprendere, per dare senso a ciò che ci circonda...e salvarci, talvolta, la vita.
Provate ad osservare le due immagini sottostanti: siamo in una giungla. Sareste ancora vivi se i vostri occhi non riuscissero a discriminare i colori?
Adesso provate a leggere questa frase:
N I
CRE MO
I
GNIF ATO
Riuscite a leggere?
Se la visione fosse una semplice addizione di stimoli percettivi non potremmo mai riuscire a dar senso alla frase, perché ovviamente ci sono delle lettere mancanti, Al contrario, riusciamo comunque a comprendere perché il nostro cervello è capace di interpretare quelle informazioni anche sulla base del nostro campo esperenziale. "La percezione - dunque - è simile alla lettura di una poesia: siamo noi che ne interpretiamo il significato, perché potrebbe anche non significare nulla". E di fronte alla novità? All'imprevisto? Come ci comportiamo? Per Beau Lotto, seguiamo l'esempio di Alice nel Paese delle Meraviglie: scivolando dentro la buca del coniglio, la nostra realtà, incappiamo in situazioni bizzarre e nuove, che inizialmente fatichiamo ad interpretare, ma all'interno delle quali, come succede per Alice, tentiamo di districarci, alle quali tentiamo adattarci, nella ricerca di risposte utili.
A Beau Lotto va dunque il merito di restituirci uno sguardo esterno sulla nostra visione e di insegnarci che nel Paese delle Meraviglie della percezione, l'illusione maggiore nasce proprio dalle nostre certezze.
Articolo "Ottica Italiana" di Carrier Pigeon